Acireale cittadina della Sicilia orientale, si affaccia da una parte a strapiombo sul mare, sulla Timpa, costone lavico oggi riserva naturalistica riconosciuta per i suoi valori ambientali endemici e panoramici, e dall’altra si lascia dominare dal vulcano Etna, confidenzialmente ‘a  Muntagna o Mungibeddu, che alterna periodi di stanca con periodi di piena attività. La costa acese, ampia e variegata, dove sorgono diversi borghi marinari come Santa Maria la Scala, Santa Tecla e Capomulini, è caratterizzata dalla scogliera di origine lavica.
Caratteristica è la Villa Belvedere della città per il suo incantevole affaccio sul mare. Di particolare bellezza sono anche  i percorsi che a piedi, da Acireale conducono al mare tramite le Chiazzette e la discesa Acque Grandi di Santa Caterina.

In seguito al terribile sisma del 1693, la città di Acireale risorge rivestendosi dello stile Barocco Siciliano caratterizzato dai classici mascheroni antropomorfi e zoomorfi presenti nelle mensole dei balconi dei palazzi signorili e nelle chiavi di volta degli archi che sormontano i portoni delle abitazioni, realizzati dai maestri artigiani scultori della pietra lavica.

Il Duomo è la piazza principale attorno alla quale sorgono alcuni degli edifici maggiormente rappresentativi: la Cattedrale con la sua meridiana progettata dallo scienziato e astronomo danese C. F. Peters, completata nel 1843, la Basilica dei Santi Pietro e Paolo e il Palazzo Municipale.
Tra arte e cultura bisogna parlare del grande pittore Pietro Paolo Vasta, in attività nell’acese dal 1732 fino al 1755,  considerato uno dei maggiori artisti del XVIII secolo siciliani. Le sue opere sono presenti in molte chiese della città tra cui la Cattedrale, la Basilica di San Sebastiano e la Chiesa di San Camillo.

Ad Acireale si trova anche la Biblioteca Pinacoteca Zelantea. La Biblioteca fondata nel 1671, conserva oltre duecentomila volumi. La Pinacoteca invece è più recente, del 1851. All’interno vi sono moltissime opere d’arte e resti archeologici.

Un momento atteso e partecipato dagli Acesi è quello della festa del compatrono San Sebastiano, che si celebra il 20 Gennaio. Il suo è un culto antico, un misto di devozione e folklore che, a partire dall’uscita (‘a nisciuta) del fercolo, portato di corsa fuori dalla basilica da giovani e anziani devoti, continua per tutte le vie della città con la processione che si conclude con il rientro (‘a trasuta)  in tarda serata. La Basilica di San Sebastiano è inoltre un edificio barocco di grande interesse.

L’Opera dei pupi Siciliani che narra le gesta eroiche dei paladini di Francia fa parte della tradizione dello spettacolo Acese. Si ricorda che fu il puparo di origini acese Don Mariano Pennisi a fondare, intorno al 1887, il primo teatro dell’Opera dei Pupi. Successivamente il figlio adottivo Emanuele Macrì seguì con passione l’ arte del padre. Infatti fu lui il primo che esportò gli spettacoli anche all’estero, suscitando ammirazione da parte di molti intellettuali in  tutto il mondo. Sul territorio oggi oltre alla compagnia Macrì opera anche la compagnia di Turi Grasso.
Un altro importante evento che anima la vita Acese è il Carnevale. Questo ha un’ antica tradizione di carristi della cartapesta, artigiani appassionati che con la loro arte, ogni anno, riescono ad emozionare con carri allegorico- grotteschi, pieni di colori e luci. Non di minor valore sono i carri infiorati, macchine allegoriche allestite con centinaia di fiori multicolori.

Per quanto riguarda l’aspetto culinario, oltre alla granita, immancabile rito estivo, dobbiamo menzionare le tradizionali: zeppole di riso, cuddure cu l’ovu (biscotto pasquale), frutta di pasta reale e pasta martorana, crispelle di ricotta o acciughe e le chiacchiere di carnevale.

Perché non godersi tutto questo passeggiando con una fresca granita in mano?